panini, bigné Coca e Fanta .. e patatine!

E’ passato un anno…

Un anno fa scelsi il 4 ottobre per cominciare una mia personale avventura: aprire un blog!

Me lo avevano suggerito diversi amici, anni prima, mentre parlavamo di tutto un po’, quando rispondevo ai post dei loro blog con commenti che valevano una riflessione o quando condividevo immagini che chiosassero ragionamenti complessi, superficiali, frivoli o profondi. Alla fine la spinta è stata quella più classica: il miraggio di guadagnare un poco di soldi. Ho pensato che, mettendo in rete le mie idee di laboratori didattici avrei raggiunto più persone, più insegnanti che avrebbero letto e valutato e quindi scelto.. proprio me!

Certo, se verifico il flusso di visitatori attraverso google analytics mi accorgo che sono in tanti a capitare sul mio blog attraverso parole-chiave come “didattica” “laboratori didattici scuola primaria” “dux etruriae” “itinerari archeologici” … ma nessuno mi ha mai contattato via e-mail spinto dalla visita al mio blog.. e allora? Allora, dopo un anno, capisco che non è questo il modo, non è ancora completamente questo il mezzo, devo sicuramente modificare qualcosa e rendere il pacchetto più allettante (intervenire sul mio appeal, in poche parole…).

Ma…

Un’altra cosa che ho notato subito nei primi giorni di questa mia versione-blogger è stato che, tra le varie categorie che avevo pensato, quella da me più scelta per etichettare ciò che scrivevo era la categoria “SIRENE”. Con Sirene avevo pensato di indicare le parole in libertà ma accattivanti, pensieri sparsi ma con un filo conduttore sommesso eppure intrigante, che trascinassero i lettori verso isole fino a quel momento sconosciute.. fino ad avvincerli ai primi scogli e non lasciarli andare più via…

Ecco, questa era la vera vocazione del mio blog: dischiudere mondi, anzi, il mio mondo personale, fatto di idee brillanti (!) che la pigrizia rende subito opache, di intuizioni felici ma raccontate solo a una o due persone e senza sbocco, di vaniloqui simpatici e contaminazioni tra generi, di voglia disperata di cambiamento.. in me, negli altri, nel mondo che mi circonda.

E dopo un anno? cosa rimane di queste Sirene? un pezzo di coda in qualche scatoletta di tonno? forse.. e forse no.

Mi sono resa conto che alcuni argomenti hanno suscitato reazioni benevole, altri entusiastiche, altri ancora sono passati nel silenzio, ma in generale molto di ciò che ho scritto è stato letto e qualcosa è stata anche trattenuta per un’ulteriore riflessione.

Poi però mi guardo intorno e capisco che, buttandomi a scrivere e linkare connettendo le mie sinapsi a luoghi della rete e immagini online, ho trascurato uno dei miei punti di forza: la parola.

Do you not know I am a woman? when I think, I must speak
W. Shakespeare, As you like it, atto III, scena I – Rosalinda

C’è stato un tempo in cui la mia “parlantina” riusciva a catturare le persone attorno a me, in fondo è proprio questo che fa una Sirena… in realtà brutta come la fame ma con una voce che incanta nel senso letterale e magico che ha questo verbo. Insomma, una lunga stagione della mia vita in cui mi faceva piacere condividere il pensiero e mi entusiasmavo nel descrivere e approfondire considerazioni grandi o piccole, importanti o assolutamente accessorie. Da qualche anno ho perso questa vena.

Da qualche anno il confronto con chi mi circonda è diventato molto più difficile ed è forse questo il motivo vero per cui mi sono scoperta blogger: non riuscivo più a presentarmi di fronte a persone spesso inesorabilmente ignoranti nel tentativo di vendere me, le mie idee, la mia buona fede, le mie capacità (vere o presunte). Per questo ho pensato che, mettendo tutto questo a disposizione di un navigatore medio avrei evitato la sottile umiliazione di parlare con chi non ti sta capendo e avrei raggiunto solo gli interessati (astenersi perditempo).

Oggi capisco l’errore, per lo meno da un punto di vista economico: non ha portato alcun contatto di lavoro questo blog! Ma anche da un punto di vista emotivo e personale: mi ha fatto perdere la vena savonaroliana, che tutto sommato mi riempiva di energia e contemporaneamente allargava la mia esperienza umana… quando parli ti apri anche ad ascoltare la risposta, se scrivi non è detto che ti arrivino commenti e comunque il tuo pensiero acquista automaticamente una plastificazione che lo mette al riparo dallo scambio di idee… (questo non accade sempre, ma molto spesso).

Dunque che fare? Oggi mi rendo conto che l’adrenalina procuratami da ogni post non mi basta più. Il proposito, che ad un compleanno non può mancare, è quello di affrontare argomenti più ampi ma soprattutto di cercare di commentare eventi come conferenze, mostre, spettacoli, qualcosa che io debba “toccare con mano” per poterlo poi condividere e soprattutto cercare di raccogliere testimonianze sul campo, per poterle poi elaborare.

Il mio naturale snobismo rischia di ributtarmi in quella torre d’avorio che ho sperimentato… ormai quasi dieci anni fa (!!!) e che mi ha lasciato un’impronta profonda, aprendomi recettori dell’animo che erano rimasti nascosti e sigillati. Ecco, questa sensibilità, se così si può dire, non può viaggiare solo all’interno, scavando sempre più dentro di me, è necessario che emerga nuovamente, sporca ma più ricca e soprattutto aperta a chi mi circonda.

Viviamo momenti molto bui e il mezzo internettiano viene usato spesso come una coperta di Linus, da tenere stretta per tutto il giorno, ma che acquista valore solo perché siamo noi a darglielo.

Dunque ringrazio chi legge ciò che scrivo e spero davvero di poter ampliare e incrementare le mie riflessioni, ormai consapevole del fatto che MEMORIEDALMEDITERRANEO è la mia valigia dei sogni, uno scrigno in cui riversare quell’esuberanza di idee che ancora –fortunatamente – anima e sconvolge la mia mente!

As an unperfect actor on the stage
Who with his fear is put besides his part,
Or some fierce thing replete with too much rage,
Whose strength’s abundance weakens his own heart.
So I, for fear of trust, forget to say
The perfect ceremony of love’s rite,
And in mine own love’s strength seem to decay,
O’ercharged with burden of mine own love’s might.
O, let my books be then the eloquence
And dumb presagers of my speaking breast,
Who plead for love and look for recompense
More than that tongue that more hath more express’d.
O, learn to read what silent love hath writ:
To hear with eyes belongs to love’s fine wit.

W. Shakespeare, Sonnet 23

Come un pessimo attore in scena colto da paura dimentica il suo ruolo, oppur come una furia stracarica di rabbia strema il proprio cuore per impeto eccessivo, anch’io, sentendomi insicuro, non trovo le parole per la giusta apoteosi del ritual d’amore, e nel colmo del mio amor mi par mancare schiacciato sotto il peso della sua potenza. Sian dunque i versi miei, unica eloquenza e muti messaggeri della voce del mio cuore, a supplicare amore e attender ricompensa ben più di quella lingua che più e più parlò. Ti prego, impara a leggere il silenzio del mio cuore, è intelletto sottil d’amore intendere con gli occhi.

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10 risposte a panini, bigné Coca e Fanta .. e patatine!

  1. gabriella scrive:

    Buon anniversario!
    Gabriella

  2. Pingback: panini, bigné Coca e Fanta .. e patatine! | Memorie dal Mediterraneo …

  3. francesca scrive:

    Allora, intanto auguri al blog!! e 43 lettori affezionati non sono male: vai già molto meglio di Manzoni!
    Per il resto, che dire? non mi stupisce che al di là del grande interese che può suscitare un blog come questo, pochi (o nessuno) passino dall’interesse al contatto diretto. Esattamente come i nostri libri. Ma è un’epoca brutta, dove non si vende niente, figuriamoci qualcosa che ha a che fare con la cultura.
    In bocca al lupo per qualunque strada tu voglia percorrere con memoriedelmediterraneo e una lacrima di nostalgia al ricordo della torre d’avorio di 10 anni fa…

  4. Stefania scrive:

    grazie mille ragazze!

  5. Ferro scrive:

    Signorina…
    lei è stata una incantevole Lettrice di pensieri sparsi…
    ora ci faccia leggere i suoi con serenità.
    Non ci delude! 🙂

  6. Antonio scrive:

    Commenterò “a parole”. Soprattutto la faccenda della turris eburnea.

  7. Buenaventura scrive:

    Mah… non ho capito una parola… era questo l’incoraggiamento che ti serviva? 🙂
    Comunque, se decidi di cambiare “target” ti posso proporre un blog su cacca, latte, gelato e macchinine, fra qualche anno guadagnerai un lettore!

    • Stefania scrive:

      a quel punto sarà passato ad un blog su videogames, fumetti vari, calcio (inteso come pallone) e altre amenità…. son troppo vecchia! 🙂

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