“la fine di un mondo, la nascita di una leggenda”

Ebbene sì.

Si – può – fare!

Si può parlare di cultura con rigore scientifico ma anche facendo divertire.

No.. mi dispiace.. non frequento Valerio Massimo Manfredi… un mio limite, lo so.

Sto invece parlando di un filmato sulla distruzione di Thera, prodotto dalla BBC e che conta tra gli autori Colin Mc Donald, illustre archeologo del mondo egeo.

qui il filmato

Il filmato targato BBC è del 2011, è disponibile su youtube ma non è tradotto e si inserisce in una serie di approfondimenti di storia antica curati come solo gli inglesi sanno fare. Scorrendo i testi che accompagnano gli argomenti, incontriamo nomi importanti di studiosi di storia, letteratura e archeologia.

Gli ingredienti ci sono tutti per avere un testo scientificamente ineccepibile.. ma l’intrattenimento?

Una storia romanzata, che ci propone una giovane coppia di sposini alle prese con i dubbi e le difficoltà sentimentali, stretti tra un padre esigente e una casta di sacerdotesse tanto potenti quanto subdole. Questa semplice vicenda si inserisce nel.. più grande spettacolo dopo il Big Bang! L’eruzione di un vulcano che portò probabilmente alla creazione della leggenda di Atlantide, descritta da Platone. Una voce fuori campo ci guida attraverso le fonti letterarie antiche, gli studi moderni e gli scavi di Akrotiri sull’attuale Santorini.

L’idea è quella di creare tre livelli di racconto: la storia inventata ma verosimile degli ultimi giorni di Thera e dei suoi abitanti è interrotta da brevi salti temporali in cui i luoghi del romanzo divengono gli spazi del sito di Akrotiri, visitabili oggigiorno e presentati con un commento tecnico e con una luce più realistica, distinta da quella soffusa del docudrama.

Poi c’è il terzo aspetto, quello che in fondo fa da legante tra i due: le fasi dell’eruzione delvulcano, seguite con una precisione documentaria e rese utilizzando ricostruzioni computerizzate e scene di repertorio di altre famose eruzioni.

Naturalmente c’è drammatizzazione, ricostruzione, esagerazione.. ma anche tanta informazione! Non è semplice divulgare le conoscenze della civiltà egea, spesso relegata sui libri di scuola in oscuri trafiletti che parlano di “potenza navale”, “commerci”, “acrobazie con i tori”.

Le scene iniziali con la ricostruzione delle tauromachie sono emozionanti proprio perché riescono a rendere credibili i coloratissimi affreschi di Cnosso.

Alla fine del filmato scorrono i titoli di coda, con i dovuti riferimenti alla parte tecnica e naturalmente a quella scientifica. Ecco, in un’ora scarsa si esaurisce la presentazione di uno degli eventi più importanti della storia della civiltà.. una memoria dal fascino intramontabile che il Mediterraneo conserva ancora.

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2 risposte a “la fine di un mondo, la nascita di una leggenda”

  1. Luca Girella scrive:

    Grazie per questa breve finestra su un mondo lontano, cara Stefania! Quello su You tube è tuttavia solo un lungo racconto/commento al film vero e proprio. Ho avuto la possibilità, grazie ad alcuni amici della British School di Atene, di vedere l’anno scorso il film ad Atene, prima ancora che fosse trasmesso sulla BBC: alcuni dei responsabili/ collaboratori (tra cui Colin Macdonald) erano presenti. E il film è ancora più emozionante, perchè non usa la lingua inglese e tenta di ricreare una lingua che ancora noi sconosciamo. Per intenderci, a quel tempo verso la fine del XVII o inizi XVI secolo a.C. esisteva una scrittura – chiamata Lineare A – che fa riferimento ad una lingua -forse di origine anatolica – ancora non decifrata dagli archeologi. Ma la scrittura – come qualche volta capita – può essere letta senza che lingua venga decifrata. Così il film, per esempio, attinge da quella scrittura alcuni nomi di persona ed è di un certo effetto. Parlando con alcuni dei collaboratori ho capito che non tutti i consigli sono stati seguiti, che ci sono alcuni nonsenses, ma la sostanza dell’operazione (storia romanzata + documentazione scientifica) è rispettata. Esiste per esempio una soluzione ad un problema che non è – immagino – conosciuto da tutti: quale forma di potere esisteva nel mondo minoico nel periodo del suo massimo splendore, per intenderci quello trasmesso dal mito della Thalassocrazia di Minosse (Tucidide, I, 4)? Gli archeologi inglesi che scavano a Cnosso sono stati estremamente utili in questo senso, poichè il modello elaborato da A. Evans del principe-sacerdote (recentemente ritornato in auge attraverso un discusso volume di Nanno Marinatos) appare o superato o non assimilabile alla documentazione archeologica a nostra disposizione. Appare, invece, visibile nel film una scelta chiara che è quella di individuare la sostanza del potere in una base consiliare con un contributo significativo (a livello decisionale e nel campo della sfera religiosa) della figura femminile, impersonata, in questo caso, dalla straordinaria sacerdotessa del film, vera e propria traslazione della notissima statuetta in faience della sacerdotessa dei serpenti, rinvenuta a Cnosso e esposta al Museo di Heraklio. Altri particolari sono incredibilmente fedeli alla ricerca archeologica, come le riproduzioni vascolari (tuttavia smistati in contesti differenti: cito per esempio il caso dell’offerta fatta dal giovane protagonista a Cnosso al momento del salto del toro, all’inizio del film: egli regge in mano la famosa ‘coppa del principe’, una coppa in serpentinite trovata ad Haghia Triada – e tuttavia chi ci dice che il vaso prima di arrivare ad Haghia Triada non fosse passato da Cnosso…?) o le tecniche costruttive del sito di Akrotiri, per non parlare delle fasi dell’eruzione vulcanica alla cui ricostruzione ha collaborato Floyd McCoy dell’University of Hawaii. Il film è davvero emozionante: per un archeologo egeista come me, rivedere finalmente in un contesto (in questo caso il movie) eventi e oggetti appresi finora nel campo archeologico, in libri e musei, desta un’emozione particolare e in qualche modo dà senso (o uno dei sensi) al lavoro di archeologo. La storia romanzata dell’amore tra un Cretese e un abitante di Thera non è pesante nell’economia generale del racconto: il film non indugia sul problema del controllo economico e culturale di Thera da parte dell’isola, ma è chiaro che le due realtà isolane erano simili e differenti…forse anche linguisticamente ed è questo un messaggio di estrema attualità nel contesto della globalizzazione del Mediterraneo. Direi, forse, che i veri protagonisti di questo film sono il vulcano, la forza della natura e l’eterna capacità dell’uomo di ammirare, scongiurare e temere forze più grandi di noi. In tutta questa operazione rimane personalmente un traguardo, quello di non aver menzionato affatto l’equazione Thera=Atlantide e non perchè sia scontata, tutt’altro, ma perchè forse il mito è giusto che non vada troppo razionalizzato, ma lasciato così come…un po’ vago e con i contorni sfumati…

    • Stefania scrive:

      grazie mille per le informazioni, Luca! Chiariscono meglio alcuni passaggi del filmato su cui avevo sorvolato.
      Aggiungerei soltanto una cosa riguardo all’aver evitato l’equazione Thera-Atlantide. In realtà il film si apre proprio con le parole di Platone, dunque è ancora più sottile l’operazione: si parte dal presupposto che tutti noi vorremmo sapere dove è Atlantide, si indulge sul pensiero di poterla trovare in Thera e poi si razionalizza il tutto, così che alla fine l’interesse dell’appassionato si è trasferito dall’ambito completamente fantastico della leggenda a quello più concreto del fatto reale (l’eruzione) diventato leggendario. Sembrano questioni solo formali e invece sono la sostanza di cui sono fatti i nostri sogni (cit.!)

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