La rinascita dell’antico paganesimo

L’iconografia greca, di tutta l’arte cristiana, raffigurante le forme esteriori di esseri sacri, a me sembra essersi imposta il compito più alto e più arduo. (…)
Nell’impresa, condannata in partenza al fallimento, di indicare in termini visibili il mistero insondabile della Divinità, i pittori greci di icone hanno scelto la strada più difficile. Hanno cercato di accedere allo spirito non per le facili vie della passione, ma tramite l’intelletto.
(…) Una nebbia improvvisa, splendente, di impossibili congetture, aleggia spesso davanti agli occhi sia dei greci sia degli stranieri che in questi mari e isole e montagne non cercano soltanto lo scheletro bello e disperso del mondo antico.
Essa lascia tuttavia un deposito di speranza, la convinzione (…) che quando infine gli ostacoli contingenti scompariranno e le ossessioni tribali greche, risolte le loro cause, perderanno la loro urgenza e sgombreranno il posto dominante che la storia le ha costrette a usurpare nel pensiero greco; quando il dogmatismo imperante più a Est (avversato da quasi tutti i politici e da tutta la Chiesa) avrà perduto il suo intermittente fulgore, e il materialismo dell’Occidente avrà perduto il suo luccichio ingannevole e sarà sbiadito e ridimensionato; quando – stavo per dire quando si realizzerà l’armonia politica, ma forse questo non è possibile più che lo fosse nella Grecia antica e a Bisanzio; quando tutto questo avverrà, io penso che l’irrequieto, non imbrigliabile ma indistruttibile genio greco, finalmente libero, produrrà qualcosa che di nuovo stupirà e arricchirà il mondo al di là della nostra immaginazione.


fermorPatrick Leigh Fermor
scriveva queste parole negli anni ’50. Era profondamente imbevuto di cultura e spirito greco, e scriveva con la sincerità dell’appassionato, quasi del devoto.

Io oggi pomeriggio mi sono persa. Ho guardato dritto in fondo a un paesaggio che solo la Grecia riesce ad offrirmi.

IMG_8671E in fondo a quel paesaggio mi sono persa.
Ho aspettato, fiduciosa, di vedere spuntare una coda di pesce, una Gorgòna. Perché è questo, secondo me, che sta per accadere. Rispetto alla profezia di Fermor, possiamo dire che gli stravolgimenti politici cui stava assistendo si sono, in qualche modo, assestati. Possiamo dire che la società greca, nonostante gli alti e i profondi bassi degli ultimi anni, si comporta esattamente come tutte le altre. Nello stesso sperduto paese di Areopoli non c’è angolo senza un wifi, senza una connessione con il resto del mondo… eppure nessuno affitta auto e scendere nel Mani è ancora una katàbasi dal sapore avventuroso.

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Insomma, la Grecia si è messa in pari, rispetto agli anni di Fermor. Ma allora dov’è questo genio, che lo scrittore inglese intravedeva? Il mio genio è la coda di Gorgòna che, prima o poi, spunterà dall’acqua, là dove il raggio del sole morente colpisce la superficie immobile.
Gli unici, davvero vittoriosi, sono gli antichi déi, che soprattutto da queste parti sembrano spuntare, più vividi e attivi che mai, ad ogni angolo. La nostra società (non solo quella greca) sta abbandonando a poco a poco la strada della civiltà, e sta tornando a un mondo fatto di creature ibride, sempre meno umane e più ferine. Noi ci stiamo riducendo ad animali, incapaci di pensare. Proprio nelle ultime ore torna prepotente il termine “sciacallo“, non solo per indicare chi ruba nelle case disastrate, ma anche chi specula sul dolore altrui.
Animali, ecco cosa torniamo a essere.

IMG_8677Allora io me li aspetto, al varco, gli altri animali, le creature che abbiamo ricacciato nel folto di boschi scuri, nel buio di caverne sperdute: tornano, quelle creature, trionfanti. Ora finalmente possono far valere in pieno la loro natura ferina, perché non malvagia, ma semplicemente naturale.

 

 

La Gorgòna è una sirena speciale. Si dice Immagine1sia la sorella di Alessandro Magno. Ogni marinaio teme di incontrarla, eppure ne è attratto e, quindi, preparato. Quando si incontra la Gorgòna ella domanda “Che fine ha fatto Alessandro?” e la risposta da dare, se non si vuole impazzire e sparire tra le onde, è “Il re Alessandro vive e regna!“.Immagine2

 

 

 

 

 

Io so cosa rispondere.
Continuerò a osservare il mare, in attesa della mia Gorgòna.IMG_8682IMG_8681IMG_8678

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