Mogli e buoi…

Per anni, la banda dei piccoli mandriani e la banda delle gopī vissero in parallelo. Erano un doppio stormo, frullante nell’aria. Non c’era increspatura nell’uno che non trovasse un contrappunto nell’altro.
Ma anche le gopī crescevano. Il primo mese dell’inverno, nel gelo dell’alba, si riunirono una volta per celebrare un rito in onore della dea Katyayani. Erano fiere e consce di fare qualcosa di nuovo. (…)

Hermes addormenta Argo, il guardiano di Io.
Villa Emo (Treviso)

L’immagine delle gopī mi ha sempre incuriosito: sono “mandriane” o “mungitrici” e compaiono nella Gītagovinda, in testi induisti, in compagnia di Krsna. Sono mandriane, ma io le ho sempre assimilate a Io, la giovenca di Zeus, personaggio tragico ed estremamente affascinante…

 

 

 

In tutte le gopī, nello stesso attimo, si pronunciarono le stesse parole: “O Katyayani, sovrana della mente e degli inganni, fa’ che Krsna, il figlio del mandriano Nanda, diventi mio sposo” (…) Ciascuna per la prima volta si sentì separata da tutto, inebriata di esserlo e pronta a subire quella sensazione corrosiva e struggente in fondo allo stomaco che soltanto ora stava scoprendo. Ma presto dalla preghiera passarono a giocare nell’acqua. Di colpo quelle innamorate melanconiche tornarono a essere come ragazze che si picchiano e ridono. Krsna svanì dalla loro mente. Ma Krsna le stava guardando. (…) osservava le gopī che giocavano nel fiume e intanto portava alle labbra, una dopo l’altra, le loro vesti e ne aspirava il profumo. Per la prima volta vide i seni delle gopī, che erano come le tempie bombate degli elefanti. Per la prima volta vide la curva dei loro fianchi, che aveva spiato a lungo nei movimenti celati dalle vesti. (…)

Prometeo incatenato e Io, protagonisti di una riduzione teatrale degli anni ’60.

Il destino di Io, trasformata non da Hera, ma dallo stesso Zeus ..per nasconderla alla tremenda gelosia della moglie tradita, mi è sempre sembrato diverso da quello di molte altre amanti. Lo sguardo di Io, che china il capo al suo nuovo destino, eppure non rimane schiacciata, ma vaga fino alle estreme propaggini del mondo e chiede il conforto di Prometeo, altro grande eroe per noi, esseri mortali. Io deve scontare una passione non richiesta, ma che l’ha travolta, in tutti i sensi. Chi è Io, se non una delle ingenue gopī della tradizione Indù?

Con un movimento lento, guardingo, obliquo, le gopī alzarono lo sguardo verso le fronde del nipa e allora udirono la voce di Krsna. (…) “Ragazze non temete, le vostre vesti sono tutte qui. Voi dalla vita sottile, venite una per una a riprenderle.”
(…) “Mie predilette, io so che non volete altro che adorarmi. Il vostro desiderio mi rallegra e merita adempimento. Quando questo desiderio sarà compiuto, non sopravverrà altro desiderio. Questo è un fiore che non cela in sé un seme. Sfiorate con la mano i miei piedi. Poi tornate a Gokula”. Subito dopo, una per una, le gopī udirono parole che le avrebbero accompagnate per tutta la vita. Udirono Krsna pronunciare il loro nome e dire: “Sarò da te ogni notte.” Allora, chinando la testa e restie, le gopī si incamminarono in fila, senza voltarsi, verso il villaggio.*

Il destino delle fanciulle indiane è di passione sacra, di un fuoco che ha già cominciato a bruciare.
Krsna è il mandriano, il bovaro, Gopala, e le gopī sono la sua mandria. Krsna-Govinda è invocato per portare sollievo, perché quel fuoco brucia e consuma, ma contemporaneamente rigenera e appaga. Quel fuoco, così sensuale, in realtà è la metafora dell’amore puro tra il dio e l’essere umano. Per questo le gopī sono interpretate come personificazioni dell’anima che si ritrova e si completa nel dio.

Il 13 marzo 2017 si festeggia l’Holi, il festival del mese di Phalgun. Un festival legato ai mesi lunari e alle feste che propiziavano il buon raccolto. Ci sono molti colori, c’è festa e c’è anche la celebrazione di Krsna e del suo amore per Radha, un amore molto simile a quello per le gopī.
Oggi, e per tutto il mese, la gioia e l’amore scendono e si impossessano di noi, splendidi, poveri mortali.

Govinda Jaya Jaya
Gopala Jaya Jaya
Radha-ramanahari
Govinda Jaya Jaya
Nrsingadeva Jaya Nrsingadeva
Gaura Gaura Gaura Hari
Gaura Hari
Prabhupda
Govindam

[Kula Shaker, Govinda]

*Il brano è tratto da: Roberto Calasso, Ka, Adelphi 1996, pp. 315-319.

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