Ogni Santa è illuminata!

Una breve gita fuori porta, tre giorni nella luce bianca del Salento, in un paesino affascinante della Grecìa: ecco cosa mi ha fatto imbattere in una Santa dal nome tanto comune quanto significativo, Santa Domenica.

Domenica fa parte della “bella gioventù” martirizzata da Diocleziano: i nomi più importanti del calendario cattolico sono da cercare proprio nella stagione delle persecuzioni dioclezianee, a quanto pare la più feroce o comunque quella cui si riconducono le figure principali del culto cattolico.

Ma fin dalle prime battute della sua agiografia, capiamo di trovarci di fronte a un personaggio emblematico, che racchiude in sé ben più di una tradizione. Innanzitutto il nome: Domenica è solo un tentativo normalizzante di un nome ben più greco, Ciriaca (Kyriakì, da Kyrìa, corrispettivo di Domina) che colloca la ragazza nell’Italia cattolica di rito bizantino.
Tropea, infatti, è il luogo di nascita più accreditato (conteso con una vita in Asia Minore) e qui, in Calabria, si contano i culti più importanti dedicati alla Santa.
La morte di Domenica risponde ai canoni comuni di quei martiri di III-IV secolo: la fibra “coriacea” che sollecita la creatività dei torturatori. La ragazza non vuole morire e a nulla valgono i numerosi tentativi, alla fine un colpo netto al collo toglie tutti dall’imbarazzo e consegna Ciriaca/Domenica alla migliore tradizione martirologica.

Un altro aspetto della vita di Domenica è altamente simbolico: il momento in cui il culto viene riesumato e normalizzato corrisponde a una delle tante epidemie di peste del ‘600 (sì, proprio il secolo del famoso, nordico, Lazzaretto). Domenica comincia ad essere invocata dai malati e moribondi, ma noi qui vogliamo occuparci di una sua apparizione ben precisa: quella a Scorrano, ridente paesino in provincia di Lecce!

A Scorrano, nome probabilmente derivato dal toponimo di un predium dato a un veterano romano, Domenica appare in sogno a una donna anziana (così negli annali agiografici) e le comunica di aver “deciso di diventare la patrona di Scorrano”.

Dopo la ragazza con la pistola, ecco la Santa con la spada. Davvero un’Atena di periferia…

Quasi come una Atena di periferia, dunque, decide di dare un regalo agli abitanti del paese, tale da far loro decidere di venerarla in eterno come Santa patrona: li libera dalla peste. E chiede, tra l’altro, che per commemorare questo momento essi accendano lumini in tutto il paese, in suo onore.

Ebbene, la ricorrenza di Santa Domenica si celebra tra il 5 e il 7 luglio sia in Calabria che in Puglia: il 6 sarebbe il giorno del rito, ma il triduo è sempre un ottimo modo per coinvolgere l’intera popolazione.
E le luci tanto richieste dalla Santa?
Mentre negli altri paesi si tratta, come sempre, per lo più di fuochi d’artificio, a Scorrano la richiesta della Santa incontra una tradizione che risale probabilmente già alla metà del ‘500: le luminarie con cui si addobbano chiese e abitazioni più importanti.

Inizialmente si tratta di candele, messe in bilico sui davanzali; poi si cominciano a modellare dei veri e propri telai che rivestono i muri in pietra e che accolgono le luci tremolanti. Ma con il progredire della scienza, ecco che le luci diventano sempre più moderne, fino ad arrivare all’esperienza attuale.

I tre giorni salentini cui accennavo all’inizio di questa riflessione sono stati in realtà una interessante esperienza di comunicazione organizzata dal Comune di Corigliano d’Otranto e inserita nella iniziativa denominata #santilumi …(eh già!): un tuffo nella tradizione di alcuni paesi della Grecìa salentina e nell’attività di due industrie di spicco della zona. Una di queste realtà industriali è la Mariano Light, protagonista della festa di Santa Domenica a Scorrano!

Ecco l’allestimento di Mariano Light per la festa del 2015

Non si tratta di luci, né di luminarie: siamo di fronte a un evento di suoni e luci che sa di performance artistica. I telai in legno sono ricoperti di lampadine e di circuiti, così che la tecnologia del led e dell’rgb crea uno spettacolo che, mediante un software, traduce in ritmi di luce canzoni pop di famosi artisti.

In un mattino di inizio giugno, mentre il cielo inclemente scatenava una pioggia improvvisa e monsonica, io e alcuni amici ci siamo ritrovati a bocca aperta a visionare le performance della ditta Mariano: a New York, Milano, Parigi, Pechino per stupire i clienti di Louis Vuitton o Bulgari, ma soprattutto a Scorrano, per ripercorrere le orme di una storia fatta di uomini e delle loro idee luminose!

Il vero esempio di made in Italy, con disegnatori e sviluppatori, con falegnami ed elettricisti: una macchina perfetta per produrre emozioni di luci e suoni!
Qui potete trovare alcuni dei video più emozionanti: MarianoLight-video

Concludo questo piccolo racconto delle luci di Santa Domenica con un ricordo che riguarda chi ci ha fatto da guida nella ditta Mariano: negli occhi un guizzo di vera eccitazione mentre ripercorreva gli anni in cui, bambina, si preparava alla festa patronale. Non importa quanto internazionale sia diventata la ditta oggi, per lei l’emozione più grande è quella di preparare le luci per Santa Domenica.

Or la squilla dà segno
della festa che viene;
ed a quel suon diresti
che il cor si riconforta.
(…)
Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
e tutto l’altro tace,
odi il martel picchiare, odi la sega
del legnaiuol, che veglia
nella chiusa bottega alla lucerna,
e s’affretta, e s’adopra
di fornir l’opra anzi al chiarir dell’alba.

Questo di sette è il più gradito giorno,
pien di speme e di gioia:
diman tristezza e noia
recheran l’ore, ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier farà ritorno.

Giacomo Leopardi, Il sabato del villaggio.

P.S. colgo l’occasione di Santa Domenica per cominciare a pubblicare una serie di ricordi e riflessioni legati al tour #santilumi17. Un’esperienza bellissima, condivisa con Marina Lo Blundo e Mattia Mancini. Grazie ancora all’amministrazione comunale di Corigliano d’Otranto e all’organizzazione di CoolClub e Swapmuseum.

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