Non voglio mica la luna!

Alla fine di gennaio ho deciso di trascorrere due giorni alla scoperta di Aosta. Ne avevo solo un ricordo da gita ginnasiale e in effetti è stato come visitare una città completamente nuova. Ho avuto in sorte due giornate di luce, con cielo azzurro limpidissimo e un’aria frizzante; i profili delle montagne circostanti si sovrapponevano a quelli del teatro romano e dell’arco trionfale, mentre nei vicoli e nelle pulitissime strade di Aosta riassaporavo gli odori di paese, con l’aria che sa di formaggio e di cenere. Una visita molto suggestiva è stata quella del chiostro di Sant’Orso, su cui ho scritto qualcosa nel breve reportage fotografico su Instagram (@laStefi5, #pilloledinverno).

Ma la visita di Aosta mi ha regalato anche un’altra sorpresa: la scoperta di un sito di grande fascino!

Incuriosita da un articolo di Archeologia Viva, sapevo che ad Aosta avrei cercato un sito archeologico piuttosto particolare e di forte impatto: Saint Martin de Corléans.

Sulla cartina della città, il sito megalitico è fuori dal centro e in albergo mi consigliano di prendere un autobus, in realtà si tratta di una passeggiata di un quarto d’ora, che mi fa uscire dal nitore del quadrilatero romano per giungere in un quartiere più periferico. Mentre cammino, scorgo sulla strada due grosse strutture che subito, quasi senza che me ne accorga, mi fanno pensare al monolite di Kubrick… Sembrano frammenti di un’astronave infilzati nel terreno, erte squame di un qualche cyborg mostruoso.

Ecco il museo

Quando entro nell’edificio mi sento un po’ disorientata, pensavo di trovarmi in un sito archeologico, mentre qui sembrerebbe si tratti di un museo. Le copie di Archeologia Viva sono in bella mostra: l’articolo, infatti, accompagnava l’inaugurazione del sito, avvenuta l’anno prima. Personale sorridente mi indica il percorso di visita e io procedo, solitaria.

Ecco uno dei pannelli, con l’arco di Costantino.

Scendo una rampa che riporta pannelli corrispondenti a date significative per la storia dell’uomo, una discesa lungo la linea del tempo segnata da importanti scoperte e da grandi conquiste dell’arte e della tecnica. Curiosamente, la prima data corrisponde al 20 luglio 1969, l’arrivo dell’uomo sulla luna…

Quando termino la discesa mi ritrovo in un paesaggio che non esito a definire “lunare“: la penombra soffonde la porzione di terreno al centro della cavea artificiale, nel corridoio esterno sono appesi pannelli che informano delle varie tappe della scoperta, lateralmente viene proiettato un video con ulteriori immagini e ingrandimenti. Ma sul palcoscenico naturale ricavato al centro dello spazio espositivo si vedono fosse circolari e pietre sistemate come a creare un pavimento, inframezzate da stele verticali e rocce.

Potrebbe sembrare il giardino zen di un gigante filosofo, ma in quella penombra e nell’aria immobile di questo luogo speciale, la scena mi si presenta con un vago riferimento a “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, un film cult della mia adolescenza.

A poco a poco la luce cambia, diventa più chiara e rende meglio visibile sia il terreno di fronte a me che la parte di corridoio che ancora non riuscivo a vedere, dalla parte opposta.

Ecco una delle stele che si suppone simboleggino il defunto, abbigliato con pettorali e collane.

Comincio a leggere i pannelli e sorrido: la scoperta dell’area megalitica è avvenuta nella stessa estate dell’allunaggio! Quello che sto visitando è il sito archeologico, attorno al quale è stato costruito un museo così simile a un’astronave e con riferimenti evidenti a un paesaggio lunare. Proseguendo nella visita della parte didattica, mi imbatto nelle stele che gli archeologi hanno ritrovato nella zona e seguo le varie interpretazioni date alle decorazioni incise sulla superficie della pietra. L’illustrazione del sito è complessa e coinvolgente e prosegue al piano superiore, da cui è possibile avere un colpo d’occhio di sicuro effetto sull’intera area.

Un consesso di antenati

All’improvviso ritrovo le proporzioni storiche del sito archeologico: un’area rinvenuta quasi per caso e indagata con attenzione perché esempio più unico che raro di rituali di culto e funebri durante un arco di tempo che va dal V al II millennio a.C. I fori circolari sono buche di palo, le stele e le rocce segnano aree importanti per il culto, ma ci sono anche i segni di antica aratura, ulteriori testimonianze della frequentazione del sito. Per un attimo il sito appare ai miei occhi per quello che è: un luogo di storia e di conoscenza.

Poi la luce cambia di nuovo (nell’idea di chi ha allestito il museo si tratta di far sperimentare l’effetto diurno e quello notturno) e torno a immergermi in un’atmosfera di misticismo, in cui l’area megalitica è la superficie di un satellite distante, dove la sorte e l’indagine scientifica ci hanno fatto poggiare i piedi, un’estate di cinquanta anni fa.

Per celebrare l’anniversario dell’allunaggio, nell’area megalitica di Saint Martin de Corléans sono stati organizzati eventi durante tutto il mese di luglio. Qui di seguito vi riporto il programma

L’iniziativa è organizzata dall’Assessorato al turismo, sport, commercio, agricoltura e beni culturali e prevede anche l’esposizione del modello del colossale razzo Saturno V utilizzato per portare gli astronauti sulla Luna, riprodotto in scala 1:10 (lunghezza 11 m), e del modulo di comando Columbia che ospitò l’equipaggio dell’Apollo 11, riprodotto in scala 1:1. I modelli sono realizzati dalla ASIMOF (Associazione Italiana Modelli Fedeli). Chi visita l’area a luglio ha la possibilità di entrare nel modulo di comando e di osservare da vicino un frammento di meteorite proveniente dalla luna.

Visite guidate che illustreranno l’impresa aerospaziale e quella “terrestre”, in un gioco di specchi per me particolarmente suggestivo: la conquista dello spazio in parallelo con la conquista del nostro passato, una stagione di scoperte che misurano il nostro essere ospiti nell’universo.

Per informazioni sugli orari e i costi delle visite, ecco i contatti:

Area megalitica di Aosta

Ringrazio Stella Bertarione per aver condiviso con me le informazioni relative all’iniziativa culturale. L’incontro con il blog di Stella mi ha convinto ad avventurarmi ad Aosta, una città che si rivela scrigno di storie: https://archeologando.wordpress.com/

Questo il suo racconto dell’avventura lunare.

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